Referendum del 12 e 13 giugno

10/06/2011



Nel referendum abrogativo del 12 e 13 giugno la cittadinanza sarà chiamata alla votazione per far valere la propria volontà sui seguenti questiti referendari:

1. abrogazione affidamento della gestione dei servizi pubblici locali (es. la gestione dei servizi idrici) a operatori economici privati;

2. abrogazione delle norme che stabiliscono la determinazione della tariffa per l’erogazione dell’acqua, il cui importo prevede attualmente anche la remunerazione del capitale investito dal gestore;

3. abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare;

4. abrogazione di norme in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale.


Pur essendo questo portale del tutto apolitico (e lo sarà sempre),  ritieniamo i primi 3 questiti referendari molto importanti sia per i cittadini che per le aziende agroalimentari di cui spesso parliamo in questo portale.

Da recenti servizi giornalistici e trasmissioni RAI (es.trasimissione di report "Acqua alla gola") si è provato come in molte località (es. città di Aprilia) la privatizzazione dell'acqua non solo non abbia causato un miglioramento dei servizi idrici ma abbia persino determinato un immediato aumento delle tariffe.

Dunque i cittadini e le imprese si sono ritrovati bollette più alte in media del 300% (ossia più che triplicate) a fronte di servizi scadenti e una qualità dell'acqua persino peggiorata. Pensare quindi che i privati (soprattuto se parliamo di grandi multinazionali) possano investire soldi senza poi trarne un immediato e proficuo ritorno non ha ragione di esistere. Il mancato pagamento porterebbe ovviamente all'immediata soppressione del servizio anche per coloro che sono soggetti a difficoltà economiche transitorie anche per una o due bollette. Difficile quindi pensare che un bene vitale come l'acqua possa essere tranquillamente lasciato in gestione ai privati a queste condizioni.

Un esempio eclatante dell'inefficienza della privatizzazione dei servizi idrici è quello di Parigi, che, dopo anni di gestione privata inefficiente e costosa, ha deciso di ritornare sui suoi passi e quindi di ripubblicizzare il servizio idrico risparmiando oltre 35 milioni di euro in pochi mesi. Infine la legge attuale (quesito 2°) obbligherà  tutte le aziende pubbliche a cedere almeno il 40% delle proprie quote ai privati a prescindere se le società pubbliche siano efficienti oppure no. Questa legge comporterà una svendita delle quote delle società pubbliche in quanto costrette per legge.

Dunque chi voterà Sì ad entrambi i questi sull'acqua cancellerà le due norme che consentirebbero ai privati di fare affari a spese dei cittadini sull'acqua.


Ancora più importante riteniamo sia il terzo quesito sul nucleare. L' ennesima conferma che l'energia nucleare non sia assolutamente sicura, così come diversi politici italiani e stranieri affermavano, l'abbiamo avuta con la tragedia alla centrale atomica di Fukushima, nel Giappone, il paese più tecnologico al mondo. Qui, inseguito ad un forte terremoto, si sono verificati gravissimi incidenti (di livello 7) a diversi reattori nucleari con fughe di radioattività e contaminazioni dagli impianti nucleari, di cui due addirittura esplosi, con una conseguente e irrimediabile contaminazione della zona. Come il disastro di Cernobyl, le conseguenze di questa contaminazione renderanno quella vastissima regione inutilizzabile per decine e decine di anni con danni gravissimi alla salute degli abitanti, nonchè danni economici stimati (soprattutto per le aziende appartenenti all'industria alimentare) superiori ai 100 miliardi di euro.


Purtroppo i rischi del nucleare non riguardano solo gravi incidenti (circa 4) o piccoli (circa 140 nel mondo), ma recentemente in Germania si è dimostrato che le stesse centrali nucleari aumentano  l'insorgenza di tumori e leucemie negli abitanti e nei bambini che abitano nelle vicinanze delle centrali nucleari (di circa 4 volte a distanza di 5 chilometri). Molte zone limitrofe alle centrali si contaminano in quanto ogni giorno il reattore nucleare emette "legalmente" vapori debolmente radioattivi. Infine il problema delle scorie resta del tutto irrisolto, in quanto non esiste deposito che possa resistere agli eventi naturali per centinaia di migliaia di anni senza contaminare la natura circostante. Uno dei più recenti e gravi incidenti di contaminazione dell'ambiente da scorie presenti in un deposito di stoccaggio è quello avvenuto in Germania ad Asse, dove dopo un improvviso e inaspettato allagamento, i bidoni contenenti le scorie si sono lesionati. Tutto ciò ampiamente documentato nella puntata di Report "L'Inganno". Infine basterebbe dire che l'italia dovrà importare totalmente le materie prime (l'uranio) e le tecnologie dall'estero per capire quanto poco conveniente potrà essere questo investimento per il nostro Paese, soprattutto considerando che un eventuale ritorno al nucleare bloccherà definitivamente la ricerca e gli investimenti  verso le più pulite energie rinnovabili, date le scarsissime risorse economiche dello stato italiano.


Oggi vengono inoltre girati in bolletta miliardi di euro (più di 5 già spesi) ancora necessari per la messa in sicurezza delle scorie derivanti dalle vecchie centrali nucleari.  Anche in tal caso chi voterà Si  al quesito del nucleare proteggerà se stesso e i propri figli da questi incredibili ed inutili rischi. Dunque ci auguriamo che l'Italia non prosegua una strada costosa e dannosa ma che finalmente, priva da sterili condizionamenti esterni , inizi una nuovo percorso di crescita affidandosi a tecnologie più sicure e democratiche.


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