Cucinare a impatto zero

20/06/2011

 



Nel mondo circa due miliardi di persone possono contare solo sulla legna per un pasto cotto. Non dipendere dalla legna vuol dire risparmiare energia e denaro ed evitare deforestazione, inquinamento, esposizione prolungata a fumi tossici.

Simili ad antenne paraboliche, le cucine solari ricoprono un' importanza vitale in tutti quei Paesi in via di sviluppo dove mancano totalmente le costose fonti di energia per alimentare le cucine, come ad esempio il gas, che noi diamo per acquisite.


Grazie all'aiuto delle organizzazioni non-profit in Nepal, Somalia, Kenya ,Ciad e in tante altre nazioni asiatiche e africane l'utilizzo della cucina solare è oggi molto diffuso. Queste popolazioni si sono ormai abituate ad utilizzare l'energia inesauribile del sole per cucinare i pasti giornalieri e bollire l'acqua.



 

cucina solare in Nepal

 


Il funzionamento di queste parabole è molto semplice, riflettono e convogliano i raggi solari in un unico punto dove alte temperature (fino ai 220°) alimentano e scaldano una piastra al centro sulla quale si poggia la pentola. In circa 60 minuti è possibile cuocere un pasto a base di riso e verdure. Per poter usufruire delle massime temperature è tuttavia necessario spostare ogni 20/30 minuti la parobola in base ai raggi solari (utilizzando l'indicazione dell'apposito segnaombra).

Sul mercato italiano ci sono diverse aziende che vendono pannelli che sfruttano questa tecnologia come ad esempio la Kover snc e la  Biogrì.


Ci auguriamo che anche nei Paesi industrializzati, si diffonda l'utilizzo di queste tecnologie ad energia solare riducendo sia la dipendenza dalle costose ed esauribili fonti fossili che l'inquinamento che ne deriva dalle emissioni di quest'ultime.

 


Copyright © 2010 - www.nonnastella.com